Nasce la festa del Covo

Il 30 marzo 1938 ci fu il furto sacrilego della Sacra Immagine prodigiosa, un avvenimento doloroso che colpì profondamente le coscienze, provocando rabbia e costernazione. L’immagine venne presto ritrovata, ma priva dei preziosi ornamenti e nella Cattedrale di Osimo si svolse la solenne funzione di riparazione, con l’incoronazione della Vergine con una nuova corona di pietre preziose.
Per ricordare questo avvenimento e per rendere un omaggio più personale alla Madonna, i contadini di Campocavallo idearono l’anno successivo una manifestazione che li avrebbe distinti, sia in quel momento sia nel tempo. La festa a cui si pensava doveva rappresentare un qualcosa di autentico, che partiva dal profondo dell'anima, doveva essere una buona azione, un omaggio devozionale modesto, ma sentito.
L’idea del Covo venne in riferimento alla Festa del Grano di Candia di Ancona. In quei tempi infatti, uno dei pellegrinaggi che si svolgevano periodicamente a Campocavallo era quello della vicina Candia dove c’era un’antica tradizione: la costruzione, dopo la trebbiatura, di un carro decorato con dei covoni di grano chiamato Covo o Carroccio di Grano, che era offerto in dono alla Madonna per ringraziarla del raccolto delle messi.
Clemente Ciavattini, agricoltore di Campocavallo, persona saggia e molto pia, definito dalle cronache dell’epoca “uomo particolarmente portato ad organizzare feste”, mosso dalla dedizione alla Madonna ma anche dall’orgoglio contadino, che lo portava a voler eguagliare se non superare Candia in originalità, pensò di creare anche a Campocavallo un carro realizzato col grano.
“Se l’hanno fatto loro, possiamo riuscirci pure noi!”, andava ripetendo. Capostipite di una famiglia contadina molto numerosa, Ciavattini chiamò a collaborare al progetto i suoi figli e alcuni contadini della zona. Costoro furono, nel 1939, gli ideatori, gli organizzatori e pertanto i fondatori della prima Festa del Covo di Campocavallo. Un aiuto speciale fu dato dalle donne delle rispettive famiglie, abili nel praticare l’intreccio delle spighe di grano, un’elegante novità ideata in casa Ciavattini, che distinse subito il Covo di Campocavallo da quello di Candia, che invece utilizzava le spighe singolarmente.



Il primo Covo raffigurava in modo simbolico la Corona dell’Incoronazione, quella stessa corona che nei mesi precedenti, in oro e non in spighe di grano, era stata posta nuovamente ad ornamento della Sacra Immagine della Beata Vergine Addolorata. Il giorno della prima Festa del Covo fu domenica 13 agosto 1939. Da quel lontano giorno, salvo l'interruzione della guerra, il Covo è stato realizzato con l'identica stessa passione e con abilità artistica sempre crescente. L'appuntamento si celebra ogni anno nella prima domenica del mese di agosto ed alla sua buona riuscita concorrono tutti gli abitanti del luogo, dai più grandi ai più piccini.