- Home
- Le Edizioni
- Dal '39 al '60
Dal '39 al '60
La prima edizione si tenne il 13 agosto 1939 e la festa ebbe un notevole successo. A Clemente Ciavattini, che per primo ebbe l’idea di costruire la corona fatta di spighe di grano, fu dato l’incarico di trovare, tra le loro donne ed i vicini, le persone adatte a preparare la Corona anche per gli anni a venire. Negli anni seguenti, fino allo scoppio della guerra, il Covo rappresentò il simbolo della Corona, aggiungendo il cuore con le sette spade, altro prezioso che adorna l’immagine prodigiosa della Madonna Addolorata di Campocavallo. Si andò avanti per qualche tempo ancora, nonostante le difficoltà crescenti dovute all’ingresso dell’Italia in guerra. La festa si teneva sempre di domenica, in agosto, ma senza una data fissa, come viceversa avvenne poi, nei decenni a seguire.
1939 - Corona dell’Incoronazione della Vergine di Campocavallo

1940 - “Corona” con il “Cuore trafitto dalle sette spade”

1941 - “Corona” con il “Cuore trafitto dalle sette spade”

1942 - “Corona” con il “Cuore trafitto dalle sette spade”

Gli anni che seguirono furono purtroppo segnati dagli eventi bellici. I giovani erano al fronte a combattere, a casa erano rimasti solo gli anziani, le donne e i bambini; la miseria era divenuta il pane quotidiano di tutte le famiglie della zona. L’avanzata delle Forze Alleate di Liberazione nei mesi di giugno e luglio 1944 segnò la fine di un lungo incubo. Il fronte passò a Campocavallo, zona militare strategica attraversata dalla linea di difesa tracciata dagli invasori tedeschi e chiamata Albert II, lasciando la sua scia di lacrime e di dolore. Proprio a Campocavallo, per molti mesi, le truppe polacche attestarono il loro quartiere generale. Anche in quei tragici momenti, la Madonna di Campocavallo ed il Santuario furono un punto naturale di rifugio spirituale e spesso anche reale. L’imponente edificio – specie durante i bombardamenti - offriva sicurezze certamente superiori alle singole e talvolta malconce abitazioni di campagna.
Passata la fase bellica, gli stessi protagonisti di prima, si ritrovarono ancora una volta assieme per proseguire la bella tradizione iniziata qualche anno addietro e repentinamente interrotta, non per propria volontà.
1950 - Cappellina votiva della Madonna

1951 - Campanile con campana

1952 - Altarino con la Vergine

Nel corso degli anni Cinquanta la tradizione della Festa del Covo andò consolidandosi definitivamente. Ormai apparteneva alla tradizione religiosa della gente che la sentiva profondamente propria. Alla sua realizzazione collaborava il locale Circolo Acli, unico centro di ritrovo parrocchiale. Pur rispettoso della sua iniziale semplicità costruttiva, il Covo assunse forme sempre più articolate, fino a configurarsi nelle complesse strutture di un carro trainato da buoi. Il Covo vi era realizzato sopra ed aveva una durata comprensibilmente breve, poiché l’attrezzatura serviva per l’attività quotidiana della fattoria.
1953 – Ostensorio

1954 - Santuario di Campocavallo (facciata principale)

1955 - Altare con Tempietto della Vergine

1956 - Altare con “Corona”

A partire dal 1948, la gestione del Santuario fu affidata ad un ordine religioso che ha come “proprium” quello della devozione alla Vergine Addolorata: sono i Servi di Maria, che qui resteranno fino al 1984. Erano gli anni duri del dopoguerra, la situazione economica in generale non era fiorente e la stessa comunità dei frati, vivendo della sola elemosina della gente, tirava avanti in mezzo a difficoltà e ristrettezze di ogni genere. La comunità mariana dei frati continuerà comunque la tradizione del Covo, partecipando attivamente all’iniziativa. Il Covo raffigurò in quegli anni prevalentemente temi religiosi: dall’altare con tempietto, all’Eucarestia, alla chiesetta del Prodigio, alla Pietà, alla facciata principale del Santuario, all’Ostensorio. La lavorazione era svolta con i soliti metodi, alternando tratti ricoperti di trecce bianche a tratti di trecce di colore rossastro ed a tratti di spighe con le reste più voluminose. Ad arricchire l’allestimento del Covo contribuivano ornamenti realizzati con trecce lavorate in senso circolare, quasi fossero dei grandi bottoni. Tutto andava sistemato cercando di realizzare una dolce armonia tra le varie parti del carro.
1957 – Eucarestia

1958 - Chiesetta del Prodigio di Campocavallo

1959 - La Nazione Italiana

1960 - La Pietà
