Che cos'è

Che cos'è

“COVO” è il nome attribuito dalla tradizione contadina al fascio di grano legato in modo da poter essere trasportato nell’aia per la trebbiatura.

Per la Festa del Covo, questo nome viene prestato al carro, un “monumento al grano” realizzato con 2-3 milioni di spighe sapientemente intrecciate a formare vere e proprie opere d’arte rurale che ogni anno rappresentano un tema diverso: dai simboli della cristianità alle perfette riproduzioni di Santuari e Cattedrali di tutto il mondo. Nelle ultime edizioni il Covo ha infatti raffigurato i più importanti Santuari del mondo come ad esempio Fatima, Lourdes, Santiago de Compostela, la Basilica del Sacro Cuore di Parigi e San Basilio di Mosca. Oltre ovviamente a luoghi di fede particolarmente cari agli italiani, tra i tanti la Basilica di San Pietro a Roma, S. Antonio di Padova, San Marco di Venezia, S. Padre Pio di San Giovanni Rotondo e il Duomo di Orvieto.

Gran parte degli abitanti di Campocavallo partecipano alla realizzazione del Covo. C'è chi si interessa della scelta del grano, chi raccoglie ed ordina i covoni selezionando le spighe, chi coordina il lavoro delle donne per la realizzazione delle trecce, chi effettua le rilevazioni ed i calcoli tecnici della struttura che si andrà a costruire, chi bada alla sua realizzazione con il ferro, chi ne cura il lavoro della parte in legno, chi si incarica di collocare adeguatamente le spighe sul carro, chi si interessa di tutte le altre iniziative che riguardano la Festa.

L’arte di realizzare il Covo è praticamente rimasta la stessa sin dalla sua origine, ma negli anni la tecnica si affina sempre più e i Covi assomigliano sempre più a vere e proprie opere d’arte dalle forme eleganti, leggere ed armoniose, in cui ogni aspetto è curato sin nei più piccoli particolari.

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